martedì, settembre 27, 2005

3. L'Eredità dei Sumeri

Nella civiltà sumerica possiamo riconoscere moltissime delle istituzioni proprie delle nostra “moderna” civiltà; le prime scuole, il sistema legislativo,il primo sistema di scrittura, la ruota , la medicina, la chirurgia, la prima moneta,la matematica e la cosmologia erano tutte sumere. E proprio dai sumeri i babilonesi ereditarono il loro immenso sapere affinandolo ed ampliandolo. I sumeri furono i primi a lavorare la stagno e il rame. In particolare il primo, difficilissimo da lavorare, richiede tecniche avanzatissime per essere estratto dalla cassiterite. Come avevano i sumeri queste conoscenze avanzate?
In drastico contrasto con il periodo buio intercorso tra Tolomeo e Copernico, i sumeri sapevano con chiarezza che la terra girava intorno al sole, e che i pianeti si muovevano mentre le stelle rimanevano fisse. I documenti indicano che i sumeri conoscevano già i pianeti del sistema solare molto prima che li scoprisse l’ astronomia moderna.
In molte tavolette compare un astro a forma indiscutibilmente di stella (il sole) e attorno ad esso undici corpi celesti. (Fig.3-4).





I pianeti del sistema solare sono nove , ad essi è stata aggiunta la luna(11°astro); la terra viene indicata come già appartenente alla classe degli altri pianeti.
Quello che sconcerta è che questi popoli conoscevano già Urano (scoperto nel 1781), Nettuno (1846) e Plutone (1930) invisibili a occhio nudo.
Già ma il decimo qual’era? Semplicemente era Nibiru!

Tirando le somme le ipotesi possono essere due:
O i sumeri disponevano di telescopi e altri mezzi e tecnologie di tipo moderno, oppure “qualcun altro” ha raccontato loro dell’ esistenza di quei pianeti.
Oppure entrambe!
Il popolo di sumer scriveva che la loro civiltà, la loro vita, era un “dono degli Dei”.
Questi dei erano descritti con la parola annunaki (AN.UNNA.KI.) il cui significato letterale è “coloro che vennero dal cielo sulla terra”.
Furono questi Dei a raccontare ai sumeri come era nato il nostro pianeta?
Da dove venivano questi Dei e perché erano considerati tali? Tenendo a mente l’esempio del “Cargo Cult” del primo capitolo la risposta a me sembra chiara..
Ma questo non è tutto, i sumeri sapevano molto altro e probabilmente lo hanno scritto nell’ Atra-Hasis, testo antichissimo che dedica cento righe alla creazione del genere umano fornendo molti più particolari di quanti non ce ne dia la Genesi.

giovedì, settembre 22, 2005

2. L' epica della creazione

Negli ultimi 100 anni, decine di migliaia di tavolette d’ argilla sono state riportate alla luce da scavi archeologici nell’antica mesopotamia (attuale Iraq).
Risalgono a 6000 anni fa e contengono moltissime informazioni che riguardano le prime civiltà, tutte credenti in una molteplicità di Dei. Tra queste tavole buona parte sono di un testo epico babilonese noto come Enuma Elish .
Questo racconto narra la battaglia tra due divinità babilonesi di nome Marduk e Tiamat; il primo è il più importante tra gli Dei babilonesi, il secondo è la vittima dell’ira devastante di Marduk.
Per l’occhio poco attento questo non è altro che il racconto di una battaglia come tante altre, per questo l’Enuma Elish è stato sempre bollato come un fantasioso resoconto di uno scontro cosmico tra il bene e il male, ma gli studiosi sanno che i racconti babilonesi sono versioni politicizzate di documenti originali di Sumeri (quindi molto più antichi).
Nel 1976 però uno studioso esperto in lingue mediorientali, Zecharia Sitchin, avanzò l’ipotesi che l’Enuma Elish fosse un’ epica cosmologica che descriveva in modo particolareggiato la formazione dell’universo così come avvenne 4,6 miliardi di anni fa!
Sitchin si rese conto che i riferimenti agli Dei erano in effetti riferimenti a “pianeti” , che il termine “venti” poteva essere letto come “satelliti” e che il ruolo di Marduk nel racconto corrispondeva a quello di un pianeta conosciuto dai sumeri come “Nibiru”.
L’epica babilonese comincia così :­ -“Enuma elish la nabu sham amu”-“quando nell’alto il cielo non aveva un nome […]” poi elenca gli Dei generati da AP.SU. (il Sole) con descrizioni che corrispondono in modo incredibile alle caratteristiche dei pianeti del nostro sistema solare. Poi “nel cuore del profondo”, un nuovo e più potente Dio, chiamato Marduk, venne creato.
Marduk viene inteso da Sitchin come un pianeta vagante il cui corso indica un moto orario ed un’orbita ellittica estremamente ampia che entrò nel nostro nascente sistema solare in rotta di collisione con un pianeta ricco di acqua chiamato Tiamat.
“ Tiamat e Marduk, il più saggio tra gli Dei, avanzarono l’uno contro l’altro; si preparavano a un duello, si avvicinavano alla battaglia. (Fig.1)

Mk: Marduk; G: Giove; T: Tiamat; Mr: Marte


“Il Signore distese la sua rete per avvilupparla; il vento del male, che gli stava dietro, le scatenò contro. Egli scagliò una freccia che le dilaniò il ventre penetrò nelle sue viscere e le aprì il ventre[…]. Una volta uccisa Tiamat, la guida , la sua banda fu dispersa, distrutta la sua schiera. Gli Dei che marciavano al suo fianco batterono in ritirata ma gettati nella rete, essi si ritrovarono prigionieri per sempre, così strettamente avvinti , essi non potevano scappare.” (Fig.2)


Mk: Marduk; G: Giove; K: Kingu; Mr: Marte; Tr: Terra


Il pianeta Tiamat venne così estinto, ma l’atto della creazione non era ancora terminato. Infatti Marduk\Nibiru fu preso nell’orbita del sole e destinato a tornare in eterno sul luogo della battaglia celeste con Tiamat. Al primo incontro i satelliti\venti di Marduk si erano proiettati contro Tiamat ma un’ orbita dopo Marduk stesso entrò in collisione con quello che rimaneva di Tiamat.

“il Signore si fermò a vedere il suo corpo senza vita. Ingegnosamente concepì un piano per dividere il mostro. Quindi l’ aprì in due parti come si fa con un mitilo. Il signore calpestò la parte posteriore di Tiamat; con la sua arma gli tagliò di netto il cranio. L’altra metà di lei egli innalzò come un paravento nei cieli; schiacciatala, piegò la sua coda fino a formare la grande fascia simile a un bracciale posto a guardia dei cieli”.

Nell’ arco di due orbite il pianeta Marduk\Nibiru aveva quindi creato sia i cieli (la fascia di asteroidi) sia la Terra, la luna e le comete.
Come fa presente Sitchin questo corrisponde al giorno primo e al giorno secondo del libro biblico della Genesi.

Confrontando la Genesi con questo testo epico ci si accorge di come i due “libri” cerchino di divulgare l’operato di un Dio.
Le analogie sono moltissime ma la Genesi attribuisce tutto il creato a un Dio fisico, reale, (a nostra immagine e somiglianza) da sempre immaginato come il “nostro” Dio intento a organizzare l’universo quasi fosse un grande giostraio che crea e disfa a suo piacimento, mettendo pianeti e vita dove vuole, creando dove prima c’era il nulla, il vuoto, il buio(così all’incirca me l’ ho figurato io.. ).
L’ Enuma Elish (anche nota come epica della creazione) invece potrebbe essere interpretata come il più antico documento di origine sumera sorretto da valide credenziali scientifiche?

Chi volesse credere a quello descritto poco sopra, dovrà a questo punto porsi una domanda: visto che l’Enuma Elish è un testo babilonese scritto 6000 anni fa, come facevano i babilonesi a sapere quello che era successo 3,4 miliardi di anni prima?